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L’apnea ostruttiva nel sonno (acronimo inglese OSAS – obstructive sleep apnea syndrome) è una condizione caratterizzata da ripetuti episodi di completa (apnea) o parziale (ipopnea) cessazione del flusso d’aria attraverso le vie aeree superiori durante il sonno. Il russamento è il rumore generato dalla vibrazione dei tessuti molli oro faringei; tale rumore è una conseguenza della turbolenza del flusso aereo, dovuta ad una riduzione del calibro delle vie aeree.
La prevalenza dei disordini respiratori del sonno colpisce i bambini in età scolare in una percentuale variabile tra 1 e 6%; quest’ampia variabilità è dovuta ai diversi metodi di valutazione. La prevalenza del sintomo russamento “spesso” o “ogni notte” (così detti “russatori abituali”) varia dal 3% al 21% dei bambini.
La maggior parte dei pazienti trae beneficio dall’adenotonsilectomia e/o dalla terapia ortodontica, ruolo primario quello dell’otorino e dell’odontoiatra che intercettando la causa (palato stretto, respirazione orale, assenza di funzione nasale) possono eliminare il problema andando ad agire sulla disfunzione primaria. L’approccio dipende dalla severità e dalla durata dei sintomi, e dalle caratteristiche anatomiche e fisiologiche.
È importante associare alla terapia una contemporanea ginnastica respiratoria.
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Obstructive Sleep Apnea Syndrome, OSAS) è un disturbo respiratorio del sonno caratterizzato da episodi ripetuti di completa (apnea) o parziale (ipopnea) ostruzione delle vie aeree superiori, con riduzioni fasiche dei valori della saturazione d’ossigeno.
Le ripetute apnee e ipopnee determinano uno sforzo respiratorio con possibili variazioni della frequenza cardiaca, frammentazione del sonno ed aumento dei valori della pressione arteriosa, sia sistemica sia polmonare.
Nei pazienti affetti da apnea notturna, il sonno può risultare frammentato con parziali risvegli di cui il paziente non risulta consapevole. In questo modo l’apnea non permette il raggiungimento del sonno profondo ristoratore e determina sonnolenza diurna. La ridotta qualità del sonno, con sonnolenza diurna, si associa ad alterazioni delle performance, diminuzione della concentrazione, irritabilità e, nei casi più gravi, con un vero e proprio rallentamento psicomotorio. Tutti questi fattori influiscono gravemente sulla qualità della vita del paziente e sono destinati ad associarsi o/e evolvere verso quadri clinici più gravi, caratterizzati dalla maggiore possibilità di comparsa di patologie quali: ipertensione arteriosa sistemica, cardiopatia ischemica, infarto, ipertensione polmonare, aritmie cardiache, diabete, depressione.
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